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giovedì 13 giugno 2013

Un calcio alla fraternità


Ogni anno, alcuni studenti dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA) animati da buona volontà e passione sportiva, organizzano un torneo di calcio A5 conosciuto, dagli esperti di settore, con il nome di Futsal. Vi partecipano religiosi, laici e seminaristi iscritti all’ ITA o ISSRA, con la possibilità di convocare un giocatore per squadra, non facente parte della cerchia degli studenti. Di solito il torneo inizia dopo la sessione di esami di febbraio e si conclude a metà maggio, una settimana prima della fine delle lezioni. Con l’aiuto del buon Dio e con la forza della persuasione, si riescono a coinvolgere circa 6 o 7 squadre, anzi, in passato erano molte di più, ma il calo di vocazioni alla vita donata al Signore ha contribuito ad una buona decimazione. Appartenenti a diversi Ordini religiosi, Istituti di vita consacrata e società di vita apostolica, insieme a seminaristi e alcuni laici, si danno “battaglia” per conquistare l’ambito trofeo del primo classificato. Qualcuno potrà domandarsi, ma un frate con la pancia riesce a correre dietro una palla? La risposta è: il più delle volte no! Ma la provvidenza si sperimenta anche all’interno del perimetro di gioco. Bene il frate con la pancia che vi scrive è fra Alfonso, ormai è il mio quinto e ultimo torneo qui ad Assisi, non per motivi di peso ma perché tra un paio di mesi tornerò in Abruzzo per continuare il mio percorso di formazione alla vita donata a Gesù. Bene! Arriviamo al dunque. In questi anni, la nostra squadra dei francescani conventuali, non è riuscita mai ad arrivare prima. Vi chiederete il perchè? La ragione principale è che la campagna acquisti la si fa con i fratelli che il Signore ti dona e la provvidenza non pesca sempre gli ex giocatori di serie A compagni di squadra di Alessandro Del Piero in nazionale under 18, come fu con fra Graziano Lorusso. Bei tempi! Oggi per lo più, ci sono frati che desiderano muoversi un pò per scaricare le fatiche dello studio e per vivere momenti di comunione. Si! Proprio la comunione. Giocare insieme aiuta a conoscersi meglio, e avere un obbiettivo comune aiuta a formare uno spirito di gruppo. Allenta le resistenze e vengono fuori i lati positivi o anche quelli negativi. Mi spiego con due esempi. Quest’anno abbiamo avuto il portiere, fra Rocco, che ha deciso di buttarsi nella mischia pur consapevole dei propri limiti tecnici, non tutti hanno fatto scuola calcio in passato, ma lui, pur subendo qualche goal di più è rimasto fedele sino alla fine, incoraggiando i compagni di squadra e chiedendo sempre scusa per le sue paperelle. Dopo il lato positivo, veniamo al lato negativo, il mio! Pur avendo giocato in passato non sono riuscito a mantenere un comportamento fraterno, richiami di troppo, lamenti e anche qualche urlo! L’agonismo mi ha dato alla testa e ha fatto saltare qualche fusibile. Bene! Veniamo alla conclusione. Siamo arrivati quarti su sei squadre iscritte, abbiamo avuto uno spirito combattivo e non abbiamo mai mollato, se non per qualche istante quando eravamo in svantaggio. Ci siamo conosciuti più in profondità e dopo massimo un giorno dalle sconfitte cocenti, abbiamo ritrovato serenità e letizia sapendo che l’importante nella nostra vita è essere minori, virtù francescana che si acquista a prezzo di sconfitte agli occhi del mondo. Il nostro trofeo deve essere quello di riuscire ad amare i fratelli che il Signore ci dona con lo stesso amore che lui ci ha mostrato, offrendosi totalmente e definitivamente nella passione e morte in Croce, ma non è finita quì! Dio Padre lo ha risuscitato e lo rende presente ogni giorno nel Sacramento dell’Eucarestia, alimento fondamentale della nostra vita, forse non ci aiuta a correre di più, ma sicuramente ci trasforma in persone vere e leali, amanti del bene e di tutto ciò che valorizza l’uomo, compreso lo sport. Un saluto a tutti. P.S. Sé qualcuno di voi leggendo ha desiderio di iscriversi il prossimo anno con la nostra squadra: The Avengers, questo è il nostro nome, faccia riferimento al nostro capitano, il mitico marchigiano doc fra Luca.

                                                                                                                           fr. Alfonso Di Francesco