Ogni anno,
alcuni studenti dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA) animati da
buona volontà e passione sportiva, organizzano un torneo di calcio
A5 conosciuto, dagli esperti di settore, con il nome di Futsal.
Vi partecipano religiosi, laici e seminaristi iscritti all’ ITA o
ISSRA, con la possibilità di convocare un giocatore per squadra, non
facente parte della cerchia degli studenti. Di solito il torneo
inizia dopo la sessione di esami di febbraio e si conclude a metà
maggio, una settimana prima della fine delle lezioni. Con l’aiuto
del buon Dio e con la forza della persuasione, si riescono a
coinvolgere circa 6 o 7 squadre, anzi, in passato erano molte di più,
ma il calo di vocazioni alla vita donata al Signore ha contribuito ad
una buona decimazione. Appartenenti a diversi Ordini religiosi,
Istituti di vita consacrata e società di vita apostolica, insieme a
seminaristi e alcuni laici, si danno “battaglia” per conquistare
l’ambito trofeo del primo classificato. Qualcuno potrà domandarsi,
ma un frate con la pancia riesce a correre dietro una palla? La
risposta è: il più delle volte no! Ma la provvidenza si sperimenta
anche all’interno del perimetro di gioco. Bene il frate con la
pancia che vi scrive è fra Alfonso, ormai è il mio quinto e ultimo
torneo qui ad Assisi, non per motivi di peso ma perché tra un paio
di mesi tornerò in Abruzzo per continuare il mio percorso di
formazione alla vita donata a Gesù. Bene! Arriviamo al dunque. In
questi anni, la nostra squadra dei francescani conventuali, non è
riuscita mai ad arrivare prima. Vi chiederete il perchè? La ragione
principale è che la campagna acquisti la si fa con i fratelli che il
Signore ti dona e la provvidenza non pesca sempre gli ex giocatori di
serie A compagni di squadra di Alessandro Del Piero in nazionale
under 18, come fu con fra Graziano Lorusso.
Bei tempi! Oggi per lo più, ci sono frati che desiderano muoversi un
pò per scaricare le fatiche dello studio e per vivere momenti di
comunione. Si! Proprio la comunione. Giocare insieme aiuta a
conoscersi meglio, e avere un obbiettivo comune aiuta a formare uno
spirito di gruppo. Allenta le resistenze e vengono fuori i lati
positivi o anche quelli negativi. Mi spiego con due esempi.
Quest’anno abbiamo avuto il portiere, fra Rocco, che ha deciso di
buttarsi nella mischia pur consapevole dei propri limiti tecnici, non
tutti hanno fatto scuola calcio in passato, ma lui, pur subendo
qualche goal di più è rimasto fedele sino alla fine, incoraggiando
i compagni di squadra e chiedendo sempre scusa per le sue paperelle.
Dopo il lato positivo, veniamo al lato negativo, il mio! Pur avendo
giocato in passato non sono riuscito a mantenere un comportamento
fraterno, richiami di troppo, lamenti e anche qualche urlo!
L’agonismo mi ha dato alla testa e ha fatto saltare qualche
fusibile. Bene! Veniamo alla conclusione. Siamo arrivati quarti su
sei squadre iscritte, abbiamo avuto uno spirito combattivo e non
abbiamo mai mollato, se non per qualche istante quando eravamo in
svantaggio. Ci siamo conosciuti più in profondità e dopo massimo
un giorno dalle sconfitte cocenti, abbiamo ritrovato serenità e
letizia sapendo che l’importante nella nostra vita è essere
minori, virtù francescana che si acquista a prezzo di sconfitte agli
occhi del mondo. Il nostro trofeo deve essere quello di riuscire ad
amare i fratelli che il Signore ci dona con lo stesso amore che lui
ci ha mostrato, offrendosi totalmente e definitivamente nella
passione e morte in Croce, ma non è finita quì! Dio Padre lo ha
risuscitato e lo rende presente ogni giorno nel Sacramento
dell’Eucarestia, alimento fondamentale della nostra vita, forse non
ci aiuta a correre di più, ma sicuramente ci trasforma in persone
vere e leali, amanti del bene e di tutto ciò che valorizza l’uomo,
compreso lo sport. Un saluto a tutti. P.S. Sé qualcuno di voi
leggendo ha desiderio di iscriversi il prossimo anno con la nostra
squadra: The Avengers, questo è il nostro nome, faccia riferimento
al nostro capitano, il mitico marchigiano doc fra Luca.
fr. Alfonso Di Francesco