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sabato 28 maggio 2016

FIDUCIA... SENZA CALCOLI!

Carissimi Amici, questa Domenica celebriamo la solennità del Corpo e del Sangue del Signore. Condividiamo con voi la riflessione sul Vangelo di fra Rosario Terranova. 
Buona lettura e buona Domenica!

Carissimi Amici, il Vangelo di questa Domenica è il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nel Vangelo di Luca c’è un forte richiamo con i brani dell’Antico Testamento in cui si narra il dono della manna che Dio fa al popolo d’Israele. Molti sono gli elementi comuni: il deserto, la fame, Dio che sfama il suo popolo. Ma vediamo un attimo di ricordare il racconto dell’Esodo (cfr Es 16).

Durante il cammino nel deserto il popolo, stanco e affamato, aveva mormorato contro Mosé e Aronne (e indirettamente contro Dio) accusandoli di aver condotto il popolo nel deserto per farlo morire di fame. Rimpiangevano i “bei tempi” in cui erano schiavi ma, almeno, stavano seduti davanti alla pentola della carne. Dio, allora, fece scendere dal cielo un cibo che mai avevano visto, né mangiato: la manna.

Il popolo, lungo la storia, non ha mai smesso di fare memoria di questo dono, perché segno della provvidenza di Dio che si prendeva cura di loro e che camminava sempre al loro fianco senza abbandonarli. 

Anche nel brano del Vangelo la folla si trova nel deserto, ha fame e ha bisogno di essere curata (più avanti vedremo da cosa).
La questione centrale di questo brano evangelico è quella dell’identità di Gesù: chi è questo Gesù? Infatti, questo tema compare sia poco prima del nostro brano, quando Erode, sentendo parlare dei segni che compie, si chiede chi è Gesù. Ma anche subito dopo il nostro brano, Gesù chiede ai suoi discepoli chi la gente pensa che sia, e dopo lo chiede personalmente a loro: “e voi, chi dite che io sia?”.
Potremmo formulare la domanda anche in un altro modo: Ci si può fidare di questo Gesù? Ci possiamo fidare? È un Dio che, come pensava il popolo nel deserto, o anche i discepoli, ti rimanda a casa digiuno e che non si prende cura di te? La risposta è evidente: egli si è sempre preso cura del suo popolo e, adesso, Gesù continua a farlo. Dio è un Dio provvidente!

Il discorso sarebbe, invece, da spostare sul modo, sulle modalità in cui lo fa’. Infatti, Gesù chiede ai suoi discepoli che si compromettano, che impegnino la propria vita, e questo lo chiede anche a noi. Ma noi siamo subito pronti a rispondere sul modello degli apostoli: “ma non abbiamo abbastanza per noi, come facciamo a sfamare cinquemila uomini?”, siamo sempre “imperfetti” e “mancanti”!

Comprendiamo bene se veramente abbiamo conosciuto Dio e se ci fidiamo di lui solo quando siamo disposti, davanti alle difficoltà, alle situazioni apparentemente irrisolvibili e impossibili, a mettere comunque nelle sue mani il “poco” della nostra vita, quei cinque pani e due pesci. Questa è una questione fondamentale, perché Gesù ci chiederà sempre cose che non siamo in grado di fare con le nostre sole forze. E allora, che faremo? Aspetteremo di aver raccolto prima cinquemila pani e cinquemila pesci prima di muoverci? Manderemo tutti a casa? Oppure, con fiducia, metteremo quei pochi, insufficienti, pani, la nostra piccola vita, per amore e con Misericordia nelle mani di Dio?

E anche per noi, nei momenti della nostra vita: aspetteremo di essere perfetti per aiutare un amico? Aspetterai di essere perfetto per amare tua moglie o tuo marito? Deciderai di sposarti solo dopo aver organizzato tutta la vita, senza lasciare spazio all’agire di Dio? Aspetteremo di rispondere all’invito che Dio ci rivolge di essere sacerdote, frate, suora fino a quando non ne saremo capaci? Beh, allora non riusciremo mai a fare un bel niente!

Dunque, due sono gli inviti che riceviamo oggi dalla Parola del Vangelo. Uno è riconoscere che Dio vuole rimanere sempre vicino a noi, suo popolo e l’Eucaristia ne è la prova. Egli è il Dio misericordioso e provvidente, un Dio che libera da tutte quelle schiavitù che non ci fanno vivere da figli suoi. 

Schiavitù in cui cadiamo quando non ci fidiamo di lui. Egli ci cura da questa mancanza di fiducia e cura anche le ferite che queste schiavitù lasciano nella nostra vita. L’altro invito è proprio quello di fidarci di Gesù, perché egli è degno di fiducia. Possiamo, tranquillamente, mettere la nostra piccola vita nelle sue mani con la certezza che egli ne farà un capolavoro, nel servire gli altri e distribuendo la vita (il pane) che egli ci dona.
Buona moltiplicazione della vostra vita!

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