Questo evento,
che ha cambiato una volta per sempre la storia dell’umanità, pur essendo un
evento unico e irripetibile, segna ogni momento della nostra vita. Mediante il
battesimo, gli uomini vengono inseriti nel mistero pasquale di Cristo: con lui
morti, sepolti e risuscitati, ricevono lo Spirito dei figli adottivi, «che ci
fa esclamare: Abba, Padre» (Rm 8,15), e diventano quei veri adoratori che il
Padre ricerca. Allo stesso modo, ogni volta che essi mangiano la cena del
Signore, ne proclamano la morte fino a quando egli verrà.
La
liturgia della Chiesa fa sì che il nostro credere non rimanga solo una serie di
concetti da credere o un discorso da fare per difendere il proprio stile di
vita. In ogni azione liturgica ci è concesso di entrare in un altra logica: la
logica della festa, che va oltre il tempo e lo spazio dell’edificio nel quale
ci troviamo fisicamente. I segni sensibili (parole e gesti) e gli elementi
naturali (acqua, olio, profumo, luce, pane, vino ...) insieme all’incontro con
le altre persone, ci portano a comprendere che l’evento di Gesù, nel quale noi
crediamo, non coinvolge solo qualche aspetto della nostra vita. Attraverso i
simboli (segni che veramente significano e rendono presente le realtà alle
quali rimandano) noi viviamo la passione e risurrezione di Gesù «dal vivo», ci
lasciamo colpire da quell’amore che si dona, e da questo momento pregustiamo la
gloria che conosceremo in pienezza nella vita eterna.
In questo senso,
la liturgia ci guida nel cammino verso un incontro sempre più profondo con il
nostro Dio, cosicché il credo che professiamo non è una formula da recitare per
esprimere l’adesione ad un gruppo, ma è anzitutto un dialogo di amore con il
Dio che vogliamo conoscere come la ragione della nostra esistenza
fr. Christian A. Borg
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