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mercoledì 24 giugno 2015

LA MIA VOCAZIONE... UN DONO!

Carissimi Amici, Il Signore vi dia Pace! Vi facciamo dono del racconto del cammino vocazionale del nostro fra Daniele Sciacca. Buona lettura, e continuate a pregare perché il Signore continui a scegliere ancora tanti giovani per renderli suoi discepoli.


Ciao a tutti mi chiamo fra Daniele, ho 30 anni e vengo da Prato. E’ sempre difficile parlare della propria storia ma è anche emozionante perché sei chiamato a ricordare, a fare memoria di tante cose che portano a rendere grazie al Signore. Sì, perché come San Francesco scrive nel Testamento: il Signore mi dette, il Signore mi donò …, anch’io non posso che ammettere che questa non è solo la mia storia ma la storia che Dio ha fatto con me. Diciamo subito che come molti altri non avrei mai pensato di farmi frate!

Dopo le superiori, nel 2005, avevo intrapreso gli studi in Giurisprudenza a Firenze, con l’intenzione di realizzarmi nell’ambito delle professioni legali, non immaginando mai che il buon Dio invece avesse da propormi la professione religiosa! Tutto è cominciato nel lontano 2004 quando, con la mia famiglia, ci trasferimmo dai miei nonni. 

Non fu solo un cambiamento di casa: il buon Dio cambiò tutta la mia vita! Da quel periodo, infatti, grazie soprattutto ad alcune nuove amicizie, con l’aiuto del Signore si risolsero alcune tensioni che mi portavo dagli anni dell’adolescenza. Tante situazioni cominciarono a mutare in modo inaspettato nella mia vita e in senso molto positivo. Ricordo molto bene come, sebbene avessi smesso di frequentare la Chiesa dopo la Cresima, mi sia sentito portato ad attribuire al Signore questo merito. Da ciò è nato un grande senso di gratitudine verso di Lui per quello che aveva fatto per me. 

Ed è con questo senso di riconoscenza e gratitudine che arriva il momento decisivo di questa storia: il Luglio del 2007 quando, all’interno di un campo estivo con i bambini della mia Parrocchia, in cui ero aiuto animatore, avvertii per la prima volta una sensazione particolare, alcuni pensieri strani che mi accompagnarono per tutti quei giorni e che mi portarono a rivolgere al mio parroco la classica domanda: "Don, scusa, come si fa a capire se uno ha la vocazione?”. 

Glielo chiesi molto ingenuamente come se si potesse rispondere a questa domanda con una battuta. Con lui entrai dunque in discernimento vocazionale, per comprendere se ciò che percepivo fosse una qualche “chiamata particolare”. Ma il Signore, che ha pensato un cammino personale per ciascuno, neppure un mese dopo mi portò ad Assisi dove conobbi per la prima volta i Frati Minori Conventuali, nell’ambito di un campo estivo per giovani organizzato dal Centro di Pastorale giovanile e vocazionale presso il Sacro Convento. Ironia del Signore: a Prato erano presenti sia i Frati Minori sia i Frati Minori Cappuccini ma non i Conventuali! 



L'incontro mi colpì molto e lasciò nel mio cuore una nuova, inquietudine che mi spinse a conoscere i frati in Toscana per verificare se la mia fosse stata una vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa.


Nel 2008 decisi così, d’accordo con il mio parroco di terminare il mio discernimento in diocesi e di proseguirlo con i frati. Al termine del mio percorso universitario insieme ai frati prendemmo la decisione di fare il gran passo: un mese dopo la laurea nel 2010, entrai in Postulato a Osimo, presso il Santuario di San Giuseppe da Copertino. Nel 2012 assieme ai miei fratelli di Postulato ho iniziato l’anno di Noviziato presso il Sacro Convento di Assisi al termine del quale abbiamo emesso la nostra professione religiosa, consacrando la nostra vita alla sequela del Signore Gesù Cristo nella via tracciata da San Francesco. In questi anni il Signore mi ha donato la grazia di vivere vicino a lui; attraverso la formazione e la preghiera Francesco ha voluto aprirmi alcuni segreti del suo cuore: un cuore di “madre”, di fratello, un cuore di riconciliazione, di fede e di misericordia, bruciante d’amore e passione per Dio e per i fratelli, desideroso in ogni momento di discernere la volontà del Padre celeste. 

Oggi sono al terzo anno di studi in Filosofia e Teologia e che dire? Guardandomi indietro posso davvero vedere e cantare la Misericordia del Signore nella mia vita. Sempre dal Lui mi sono sentito guidato, accompagnato, amato, accettato anche quando io mi scoraggiavo e sempre più mi scoprivo infedele e peccatore. Tutto è stato dono su dono fino al grande dono della professione religiosa. Non posso fare altro che ringraziarlo e chiederGli la grazia che la mia vita possa essere un grande “grazie”, facendo di essa un dono a Lui e ai fratelli.


E concludo con le parole del serafico Padre Francesco: “Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Iddio, che sei il sommo bene, tutto il bene, ogni bene, che solo sei buono, fa che noi ti rendiamo ogni lode, ogni gloria, ogni grazia, ogni onore, ogni benedizione, e tutti i beni. Fiat. Fiat. Amen”.

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