Carissimi amici,
pubblichiamo la terza riflessione proposta da Fra Martin, sul Vangelo di questa quarta Domenica del Tempo di Avvento.
La Visita di Maria ad Elisabetta - Cappella degli Scrovegni, Padova |
Stiamo in attesa, in attesa della
nascita di Cristo. In questi giorni mi trovo a riflettere quali grandi
sentimenti Maria provava nell’ultimo mese della sua gravidanza. Come Maria
viveva portando dentro si sé il suo – e nostro – Creatore, quel mistero
indescrivibile.
Nel Vangelo di oggi troviamo in atto
alcuni dei sensi umani più importanti: l'udito e il parlare quando Elisabetta
sente il saluto di Maria, la risposta allegra di Elisabetta, il contatto tra
loro avvenuto nell'abbraccio di accoglienza.
Ma mi chiedo: dove rimane lo sguardo?
È forse troppo scontato per parlarne nel brano evangelico? Direi di no...
Noi in questi giorni non possiamo
ancora vedere la meraviglia di quella nascita. Dio rimane ancora
nascosto, così come resterà nascosto ai grandi personaggi di questo mondo che vedranno
soltanto un bambino nella greppia.
Dio non si fa ancora vedere. Il
salmista prega con insistenza, e noi con lui: Signore, fa splendere il tuo
volto! Più volte ripetiamo questa parola perché fra pochi giorni la nostra
attesa giungerà al suo culmine: Dio si lascerà guardare da noi, nella
mangiatoia, e chi lo vedrà rimarrà meravigliato: “Gesù è il più bello
tra i figli dell'uomo” e la gloria del suo annuncio supera ogni manifestazione
visibile agli occhi umani.
Pensate che meraviglia! Dio si fa uomo
per camminare con me e te sin dall'inizio. Lui cresce per far crescere anche
noi nella fede, nello stupore, nella visione di questa meraviglia sorprendente
che ha cambiato il mondo.
“Entrare nel mistero significa diventare
capaci di stupirsi, di contemplare; essere in grado di ascoltare il silenzio e
sentire in esso il sussurro in cui Dio ci parla” (cfr 1Re 19,12).
Dio ha creato l’umanità a sua immagine,
poi vi è entrato per abitarla: ne fece la sua abitazione, il suo santuario, il
suo tempio. Pensate che bello! L’umanità diventa l’unico vero tempio di Dio: l’uomo è finalmente dimora di Dio.
E quando quel bambinello aprirà gli occhi,
essi diventeranno punto di incontro tra il Creatore e la sua creazione. Lì, con
immenso stupore, guarderemo Dio, contempleremo il suo volto ormai
diventato familiare.
Signore il tuo volto io cerco. E
tu mi guarderai...
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