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domenica 10 gennaio 2016

ASSISI COME UN FARO

Carissimi amici, siamo da poco ritornati in convento dopo un po di giorni trascorsi con le nostre famiglie. Il tempo di Natale si sta per concludere: oggi, infatti, è la solennità del Battesimo del Signore. Vi facciamo dono del racconto della vocazione del nostro fra Daniele. Possiate trovare, così, un aiuto per iniziare a vivere con slancio questo nuovo Tempo Ordinario.


Il Signore vi dia pace! Sono fra Daniele e sono originario di Pesaro. Uno slogan per descrivere la mia storia potrebbe essere: “un addio non è per sempre”, come molte volte accade, infatti, appena ricevuto il sacramento della cresima ho “salutato” la parrocchia.
Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria, però, ho sentito dentro di me un richiamo a partecipare, quanto meno, alla messa domenicale. Ed è stato nell'ascoltare questa voce che la mia vita è cambiata, perché, ben presto, la partecipazione alla messa si trasformò in un prendere sempre più parte alla vita attiva della parrocchia, in qualità di catechista/educatore. Iniziai anche a prestare il mio servizio come volontario presso l’associazione “La Città della Gioia”, che si occupa di offrire una prima accoglienza ai senza tetto. Questa esperienza forte mi ha fatto toccare con mano la povertà presente nella mia città e mi ha aiutato a crescere nella carità, rendendo più concreta e meno teorica la mia fede.

Tuttavia la “vocazione” era qualcosa ancora lontano da me (o, forse, ero io a volerla tenere lontano). Cominciai a lavorare presso uno studio associato di commercialisti. Sono stati anni felici, avevo un lavoro che mi piaceva e una vita sociale che mi soddisfaceva.
Nel 2008, però, accadde quello che definisco il “terremoto della mia vita”: nel mese di ottobre di quell'anno, infatti, partecipai, non senza resistenze, alla “Missione Giovani”, evento promosso dall'arcidiocesi di Pesaro. Nei vari incontri che si svolsero, mi ritrovai ad ascoltare diverse testimonianze di seminaristi, frati e suore, e, in quelle parole, sentii chiaro l’invito che il Signore stava facendo, proprio a me, di seguirlo.

Assisi, poi, giocò un ruolo fondamentale è qui che scelsi di ritirami qualche giorno chiedendo al Signore di essere confermato nella scelta e, mentre partecipavo alla preghiera dei vespri a San Damiano, le parole del sacerdote mi liberarono da ogni dubbio: «pensate ad un bambino che sta per nascere – disse – in quel momento, nel grembo materno, vede crollare tutto il suo mondo, ma non sa che, dall'altra parte, ci sono due mani pronte ad accoglierlo per portarlo nella vera vita»… lì ho veramente capito cosa significasse l’esperienza del Crocifisso che parla a san Francesco! 


Che potevo fare ora? Ogni mia “resistenza” era stata smantellata e, anche se le paure rimanevano, avevo capito che non potevo ignorare l’invito che mi faceva il Signore, così, mi arresi a Lui, iniziando un cammino di discernimento che mi condusse, con l’aiuto prezioso di alcuni sacerdoti, a decidere di fare il primo passo verso ciò che sento essere la volontà del Signore.


Così lasciai il posto di lavoro e chiesi di poter essere ammesso nel postulato dei Frati Minori Conventuali (primo stadio del cammino francescano) presso il convento San Giuseppe da Copertino di Osimo dove rimasi circa due anni. 
Seguito dai frati della comunità, crescendo nella vita spirituale e nella fraternità, presi sempre più consapevolezza della mia vocazione tanto che, il 17 settembre 2012 mi trasferii presso il Sacro Convento di Assisi, per vivere l’anno di noviziato, detto anche “anno della prova”. È stato, questo, un anno particolarmente forte, vissuto nella preghiera e nel discernimento della volontà divina, tanto da portarmi, alla fine, ad accogliere il disegno di Dio su di me. Un cammino “mano nella mano” con il Signore che mi ha condotto, il 7 settembre 2013, presso la Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi, a dirgli il mio “sì”, accogliendo i doni di obbedienza, povertà e castità, che mi stava proponendo, esprimendogli il desiderio di vivere più da vicino il Vangelo, seguendo le Sue orme, sull'esempio del Serafico padre san Francesco. Il cammino è lungo e, a volte, difficile, ma con il Signore al mio fianco non ho nulla da temere. Mi affido alle vostre preghiere e vi porto nelle mie!

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