Carissimi amici, condividiamo con voi la riflessione
proposta da fr Rosario Terranova
sul Vangelo di questa quarta Domenica del Tempo
Ordinario.
Buona Meditazione e
Buona Domenica!
Nel vangelo di questa Domenica
Gesù ha appena terminato di leggere il rotolo del profeta Isaia, dove si parla
di lieto annuncio ai poveri, liberazione per i prigionieri, recupero della
vista per i ciechi, libertà per gli oppressi e di anno di grazia.
C’è, però, qualcosa che lascia
perplessi gli ascoltatori di Nazareth, che sono poi gli stessi di “oggi”,
dunque noi. È il fatto che pensano di conoscere chi è Gesù, pensano di sapere
già tutto di lui solamente perché è loro concittadino, figlio del povero
falegname Giuseppe. Spesso capita anche a noi: siamo noi a dire a Gesù come
dovrebbe agire, cosa fare. A volte gli rimproveriamo di non mettere a posto
tante cose, come la fame nel mondo, le guerre, le malattie. Gesù dovrebbe fare
il Dio a modo nostro, direbbe un nostro confratello, il Dio “carriola”, che
lo
prendi e lo porti dove vuoi tu e fa quello che vuoi tu. Noi sì che sapremmo
svolgere il compito di Dio! Spesso, invece, siamo proprio noi
che non sappiamo dove andare, ci perdiamo, ed è Lui che ci viene a prendere e
ci porta sulle spalle, come nel logo dell’anno della Misericordia dove Gesù
porta sulle spalle Adamo.
Gesù legge il passo in cui si
parla di schiavitù, cecità, povertà, oppressione. Forse il non accogliere
questo lieto annuncio che Egli porta a “noi”, “oggi”, dipende dal fatto che non
riusciamo a riconoscere il nostro bisogno di liberazione e il bisogno del suo
aiuto, ritenendoci giusti e autonomi. Nel vangelo di Luca si vede benissimo che
coloro che accolgono Gesù sono proprio coloro che si ritengono indegni: gli
stranieri, i poveri e i peccatori. Questi riconoscono il farsi vicino di Dio
nei loro confronti e comprendono che ciò può essere, e lo è, un dono e solo un
dono immenso. Al contrario coloro che si ritengono perfetti, non lo riconoscono
e nemmeno accolgono l’invito alla conversione.
Chiediamo al Signore che passi in
mezzo a noi, ma non per andare via ma per restarvi ed essere nostro medico,
cosicché, guariti, possiamo portare il lieto annuncio che, in mezzo a noi, c’è
un Dio che guarisce e dona vita.
Il Signore vi dia Pace!
Nessun commento:
Posta un commento