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venerdì 30 marzo 2012

Pastorale in Parrocchia: Un Cammino di Amicizia


Quando a settembre il rettore mi ha comunicato quale sarebbe stato il servizio di pastorale che avrei dovuto svolgere durante l’anno formativo non immaginavo che sarebbe stato così impegnativo e arricchente! Mi è stato chiesto di animare una classe di catechismo nella parrocchia di San Rufino, cattedrale di Assisi. Non immaginavo però l’ulteriore richiesta che mi sarebbe stata fatta dal parroco: animare il gruppo del Dopo-Cresima!

In pratica un gruppo di ragazzi e ragazze da guidare (con l’aiuto di una collaboratrice) in un cammino di crescita nella fede alla luce e con la forza del Sacramento della Confermazione che da poco hanno ricevuto. Li abbiamo coinvolti nella sistemazione dell’ambiente offertoci dal parroco per le nostre attività in modo che avessero potuto creare uno spazio tutto per loro: un tappeto grandissimo ricopre il pavimento per poter essere più liberi nei movimenti e rendere il momento meno formale possibile. Una stanza viene dedicata al “libero sfogo”: quando qualcuno è un po’ arrabbiato o agitato può entrare in questa stanza, fare un forte urlo e liberarsi da un po’ di tensione.

La parte più difficile arriva nel momento in cui si deve programmare un cammino da compiere durante l’anno. Non avendo mai avuto esperienza di questo genere ho chiesto aiuto a decine di persone, confratelli e laici; ho letto decine di libri sull’animazione dei gruppi, le schede di animazione dell’Azione Cattolica, delle GMG… Ho chiesto al gruppo di scrivere gli argomenti di cui avrebbero voluto parlare, le domande che spesso si pongono ma che difficilmente condividono con i loro coetanei, per poter insieme cercarne le risposte.

Lo scopo è costruire un gruppo partendo da loro stessi, provando a raggiungerli lì dove sono, nella storia quotidiana, familiare e scolastica che li interpella, per far emergere il loro pensiero, il loro punto di vista sugli aspetti della vita che più li coinvolgono e che spesso fanno li fanno soffrire!

Le premesse sembravano molto buone ma non avevo fatto i conti con una verità fondamentale che si impara solo con l’esperienza e a volte con piccoli fallimenti: per quanto un progetto possa sembrare perfetto sulla carta e nella tua mente, la realtà ha le sue dinamiche e un suo corso che molto spesso non riflettono il tuo progetto!

Quasi sempre torno a casa dopo gli incontri consapevole di aver fatto una minima parte di quanto l’incontro ha cercato di comunicare loro, come se abbiano la mente completamente occupata da altro o non abbiano così tanto interesse di quello di cui si parla.

Incontro dopo incontro però il gruppo si fortifica e consolida; alcuni di loro cominciano ad aprirsi di più e a condividere esperienze e riflessioni molto profonde. Cominciano a dimostrare più interesse; si parla molto dell’amicizia e delle sue dinamiche; per questo il nome che abbiamo scelto per il gruppo è “Amici”.

Sono felice di poter fare un po’ di cammino con loro ,accompagnarli dove posso; è un’esperienza che mi provoca ; sento molte volte l’inutilità del mio servizio ma anche, con sorpresa, ne scopro i frutti nascosti; è un affidarsi e affidare continuo a Colui che solo può toccare i cuori; è una strada che mi fa sentire educatore (anche se nel mio caso è un termine pesante!) amico, fratello maggiore…

Finché continueremo a camminare insieme con gioia e semplicità trovando sostegno uno con l’altro, il gruppo sarà sempre un gruppo di “Amici”!

Un fratello della comunità

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