Il Tempo Sacro
Tutto questo non avviene solo per mezzo della nostra buona volontà, il primo a compierlo è Dio stesso che ci viene incontro; a noi è chiesto un atteggiamento di fiducia e di abbandono a lui, di arrenderci al suo amore, di consegnarci al suo abbraccio mediante l’ascolto della sua Parola e la pratica di quegli impegni di conversione che caratterizzano il tempo quaresimale: il digiuno, l’elemosina, la preghiera.
Anzitutto il digiuno che ci pone in relazione con noi stessi. Esso ha
una duplice dimensione: una esteriore, che comprende oltre l’astinenza dal cibo
anche altre forme, come quella dall’uso eccessivo di alcuni mezzi (televisione,
cellulare, internet…), di alcuni divertimenti, ecc.; una seconda dimensione è
quella interiore, per cui il digiuno diventa ‘segno’ del nostro vivere della
Parola di Dio, ‘segno’ del nostro desiderio di purificazione, ‘segno’ della
nostra astinenza dal peccato. Poi c’è l’elemosina, strettamente unita al
digiuno, che riguarda la relazione con gli altri, in quanto consiste nella
condivisione fraterna di ciò abbiamo. Infine, la preghiera che è essenzialmente
relazione con Dio, dialogo intimo e fiducioso che nasce dall’ascolto della sua
Parola, fatta soprattutto in comune.
Queste indicazioni esigono una condizione importante: il passaggio alla
dimensione interiore di ciò che facciamo. Altrimenti vivremo la Quaresima solo
come la pratica esteriore di qualche segno religioso in più, non come un
cammino di conversione sincera e di rinnovamento profondo. Se manca la
dimensione interiore il digiuno diventa ostentazione ipocrita, l’elemosina
esibizione di sé e la preghiera un’ubriacatura di parole vuote [continua...]
fra Giovanni Nappo
fra Giovanni Nappo
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