Carissimi amici, non abbiamo dimenticato
la seconda grande celebrazione di questo Giovedì Santo. Pubblichiamo un articolo sulla Messa della "Cena del Signore".
Buona lettura e buon
inizio del Triduo Santo!
Sieger Köder - La lavanda dei piedi |
Il Giovedì Santo
si celebra anche la seconda importante celebrazione di questo giorno. Si tratta
della messa della “Cena del Signore”.
In questa celebrazione facciamo memoria
della cena nella quale Gesù, prima di soffrire la passione e la morte lasciò ai
suoi discepoli il sacrificio Eucaristico come memoriale.
Il Vangelo della
Messa in “Coena Domini” ci propone il
brano della lavanda dei piedi. Il Racconto di questo gesto di Gesù verso i suoi
discepoli è narrato solamente nel Vangelo di Giovanni.
Giotto - La lavanda dei piedi |
Vorrei iniziare
questa riflessione partendo da una frase che Gesù rivolge a Pietro quando, giunto davanti a lui, deve fare i conti con la sua resistenza ad un gesto
che ai suoi occhi sembrava inadeguato e irrispettoso per la persona del
maestro. La frase è : «Quello che io faccio tu non puoi capirlo adesso, lo
comprenderai in seguito». (Inoltre, mi fa ricordare le tantissime volte in
cui i miei genitori, quando ero più piccolo, mi dicevano la famosa frase:
“quando sarai grande capirai cosa significa!”).
Il Papa lava i piedi ai ragazzi del carcere di Casal del Marmo |
Sembrava invece
che a Pietro fosse tutto così chiaro! Egli aveva compreso benissimo che Gesù aveva tolto le vesti di Maestro e Signore e aveva indossato il
grembiule da servo. Ma c’è qualcosa che gli sfugge e che sfugge anche a noi.
Qualcosa che possiamo comprendere “in seguito”, o per meglio dire “alla
sequela”, cioè quando ci metteremo sul
serio alla sequela di Gesù.
Vediamo di
capire un po’ meglio. La logica che guidava Pietro era ancora quella del
potere e del dominio secondo il mondo: la pretesa di dare la vita per Gesù, combattere con
spade, lottare fino alla morte contro i nemici, e cose del genere. Poi, davanti
alla giovane portinaia, mentre Gesù stava per essere condannato a morte, Pietro non
riesce ad ammettere di essere suo discepolo e rinnega il suo maestro. Da quel
momento crolla la logica di potere che muoveva Pietro a seguire Gesù. Pietro
entra in una crisi inevitabile ma necessaria e benedetta. Egli non poteva più
avanzare meriti davanti al suo Signore. Non poteva più essere suo discepolo
perché non aveva dimostrato nemmeno un briciolo di coraggio davanti a chi lo
aveva riconosciuto. Ma quando, dopo la risurrezione, Gesù si presenta a Pietro
e lo rende nuovamente discepolo, anzi pastore dei discepoli, egli sa, questa
volta, che può essere tale soltanto per un dono di Gesù, soltanto riconoscendo
di essere servo.
Ciò che spinge
Pietro a lasciarsi lavare i piedi dal Signore e poi, dopo la risurrezione di
Gesù, ad accettare di essere discepolo cambiando la logica del potere con la
logica del servizio è qualcosa di essenziale per essere
discepoli: il desiderio di comunione con Gesù.
Infatti, davanti
al rifiuto di farsi lavare i piedi Gesù aveva detto a Pietro: «se io non ti lavo, non avrai parte con me».
E davanti a questo ammonimento Pietro si lasciò lavare. Il restare sempre con
Gesù è ciò che più conta per Pietro, quasi come se non potesse stare lontano da
lui. Questo lo capirà bene nel tempo che trascorse dal rinnegamento fino
all'incontro di lui risorto. E lo dimostra bene quando, al sentire che sulla riva
stava il Signore, Pietro si tuffa senza pensarci e corre a nuoto verso di Lui.
Ma tutto ciò che c’entra con la nostra vita?
È la stessa cosa
che succede a noi ogni volta che ci accostiamo alla S. Eucaristia. Qui Gesù
continua a togliersi le vesti, quelle divine, indossa le vesti di servo e ci
chiede di lasciarci lavare i piedi.
Recita l’inno della lettera ai Filippesi: «Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di
Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini».
Ciò significa
essere disposti a vivere la relazione con lui soltanto con una logica di
gratuità e gratitudine, senza pretendere di essere potenti o forti. Soltanto in
questa logica di servizio e di gratuità è possibile restare nella comunione con
Lui, restare davanti a Lui Eucaristia.
Il servizio
verso i fratelli, verso i nemici, verso chi ci ha tradito è proprio ciò che ci
fa rimanere sempre insieme a Gesù.
Davanti
all'Eucaristia riceviamo la rassicurazione che l’amore di Dio è solo e soltanto
un dono e noi possiamo rispondere a questo dono solamente con la gratitudine.
In secondo luogo, riceviamo l’invito ad assumere la logica del servizio per
poter rimanere in questa comunione con Lui.
Mi sembra che
tutto ciò sia ben sintetizzato nella vita di Madre Teresa di Calcutta e delle
sue sorelle, una vita caratterizzata dall'Adorazione di Gesù Eucaristia e dal
“lavare i piedi” ai poveri. Così è stato anche in San Francesco d’Assisi e in
molti altri esempi di discepoli di Gesù.
Allora,
chiediamo al Signore la grazia di essere suoi veri discepoli che desiderano
rimanere sempre con lui e indossare le vesti del servo. Buon Triduo Pasquale
del Signore. Il Signore vi dia Pace!
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