Carissimi amici, pubblichiamo il commento di fra Daniele Giombini al Vangelo di questa VI Domenica di Pasqua. Lasciamo che il Signore ci renda "strumenti della SUA Pace"...
Buona Domenica e buona lettura!
Il brano di questa domenica è
alquanto provocatorio! Sentire la parola “pace” stona un po’: apriamo il
giornale, infatti, e pace non ne troviamo! Fiumi di persone che scappano da
posti di guerra, famiglie distrutte, storie che ci giungono dalla nostra “civilissima”
Europa in cui sembra che l’uomo sia sempre meno umano… e, nonostante ciò, Lui
ci esorta: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore»! Sembra proprio che
ci stia a prendere in giro, il nostro Signore!
Se leggiamo meglio, però, Gesù ci
avverte: «Vi lascio la pace, vi do la mia
pace. Non come la dà il mondo, io la
do a voi»! Quale è questa pace che Gesù ci vuole dare?
Innanzitutto, non è un “qualcosa”
ma è “Qualcuno”! E’ Lui la Pace!
All’inizio del brano evangelico,
infatti, ci dice «noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui», ossia la pace è possibile solo vivendo in comunione
con il Padre e con Figlio. Noi avremo la vera pace solo se Gesù dimora in noi,
solo se noi glielo permettiamo!
Ma come è possibile tutto ciò?
Lasciamoci illuminare, ancora, dalle Sue parole: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà».
L’osservanza della Parola, ossia l’obbedienza: è qui la risposta a tutto!
Anche questo, però, necessita di
spiegazioni, per non cadere in un legalismo tipico di un cristianesimo
“acidulo”, capace di criticare e di provare rancore per chi non si sacrifica
come noi ci sacrifichiamo, per chi non vive le nostre stesse privazioni. Non è
la legge e il “dovere” che danno pace… è sentire il Suo abbraccio che ci dà
pace! E Lui ci abbraccia non perché ce lo meritiamo ma perché ci ama, e basta!
Ecco, allora, che queste parole
di Gesù non possono essere un ricatto morale, come quando da bambini dicevamo:
«tu sei mio amico, se…».
L’obbedienza non nasce
dall’osservanza scrupolosa delle leggi, ma da un incontro con Lui, un incontro
d’amore che cambia la nostra vita. In Lui, e solo in Lui, la nostra vita
rinasce, cresce e si espande. Tutto ciò si rende possibile solo se ci lasciamo
attrarre da Gesù e, lasciandoci attrarre, i nostri atteggiamenti, i nostri
pensieri e le nostre parole non possono rimanere quelle di prima ma evolvono. Questo
cambiamento avviene in coerenza con l’osservanza della sua parola. In poche
parole, se amiamo Gesù, prima delle nostre parole, è la nostra vita a
confermarlo, perché ciò che siamo grida molto più forte di ciò che diciamo! Il
nostro vivere prende la forma della Sua Parola, e fa sì che Lui viva in noi e,
in questo Suo dimorare in noi, egli, che è la pace, non può che darci Pace!
Una pace che, però, non è
serenità né, tantomeno, comodità, anzi è un prendersi cura e un essere
responsabile dell’altro. E’ quella sana inquietudine di chi sa che non può fare
finta di niente, di chi sa che non può dire “non sono affari che mi
riguardano”… Siamo pronti ad accogliere questa pace?
L’amore che ci lega a Lui non può
farci dire le stesse parole del mondo ma ci spinge ad essere nuovi missionari,
e l’invito che ci rivolge è: “dove è odio porta l’amore, dove è offesa porta il
perdono, dove è il dubbio porta la fede, dove è l’errore porta la verità, dove
è disperazione porta la speranza, dove è tristezza porta la gioia, dove sono le
tenebre porta la luce e, contro la costruzione dei muri della paura crea brecce
di Vita”… non è facile ma è l’unica strada di chi vive veramente ed è l’unica
strada che può farci giungere alla vera felicità, perché è l’unica strada che
ci porta a Lui!
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