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domenica 1 maggio 2016

... MA QUALE PACE?

Carissimi amici, pubblichiamo il commento di fra Daniele Giombini al Vangelo di questa VI Domenica di Pasqua. Lasciamo che il Signore ci renda "strumenti della SUA Pace"...
Buona Domenica e buona lettura! 


Il brano di questa domenica è alquanto provocatorio! Sentire la parola “pace” stona un po’: apriamo il giornale, infatti, e pace non ne troviamo! Fiumi di persone che scappano da posti di guerra, famiglie distrutte, storie che ci giungono dalla nostra “civilissima” Europa in cui sembra che l’uomo sia sempre meno umano… e, nonostante ciò, Lui ci esorta: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore»! Sembra proprio che ci stia a prendere in giro, il nostro Signore!

Se leggiamo meglio, però, Gesù ci avverte: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi»! Quale è questa pace che Gesù ci vuole dare?
Innanzitutto, non è un “qualcosa” ma è “Qualcuno”! E’ Lui la Pace!
All’inizio del brano evangelico, infatti, ci dice «noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui», ossia la pace è possibile solo vivendo in comunione con il Padre e con Figlio. Noi avremo la vera pace solo se Gesù dimora in noi, solo se noi glielo permettiamo!

Ma come è possibile tutto ciò? Lasciamoci illuminare, ancora, dalle Sue parole: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà». L’osservanza della Parola, ossia l’obbedienza: è qui la risposta a tutto!
Anche questo, però, necessita di spiegazioni, per non cadere in un legalismo tipico di un cristianesimo “acidulo”, capace di criticare e di provare rancore per chi non si sacrifica come noi ci sacrifichiamo, per chi non vive le nostre stesse privazioni. Non è la legge e il “dovere” che danno pace… è sentire il Suo abbraccio che ci dà pace! E Lui ci abbraccia non perché ce lo meritiamo ma perché ci ama, e basta!
Ecco, allora, che queste parole di Gesù non possono essere un ricatto morale, come quando da bambini dicevamo: «tu sei mio amico, se…».

L’obbedienza non nasce dall’osservanza scrupolosa delle leggi, ma da un incontro con Lui, un incontro d’amore che cambia la nostra vita. In Lui, e solo in Lui, la nostra vita rinasce, cresce e si espande. Tutto ciò si rende possibile solo se ci lasciamo attrarre da Gesù e, lasciandoci attrarre, i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri e le nostre parole non possono rimanere quelle di prima ma evolvono. Questo cambiamento avviene in coerenza con l’osservanza della sua parola. In poche parole, se amiamo Gesù, prima delle nostre parole, è la nostra vita a confermarlo, perché ciò che siamo grida molto più forte di ciò che diciamo! Il nostro vivere prende la forma della Sua Parola, e fa sì che Lui viva in noi e, in questo Suo dimorare in noi, egli, che è la pace, non può che darci Pace!

Una pace che, però, non è serenità né, tantomeno, comodità, anzi è un prendersi cura e un essere responsabile dell’altro. E’ quella sana inquietudine di chi sa che non può fare finta di niente, di chi sa che non può dire “non sono affari che mi riguardano”… Siamo pronti ad accogliere questa pace?
L’amore che ci lega a Lui non può farci dire le stesse parole del mondo ma ci spinge ad essere nuovi missionari, e l’invito che ci rivolge è: “dove è odio porta l’amore, dove è offesa porta il perdono, dove è il dubbio porta la fede, dove è l’errore porta la verità, dove è disperazione porta la speranza, dove è tristezza porta la gioia, dove sono le tenebre porta la luce e, contro la costruzione dei muri della paura crea brecce di Vita”… non è facile ma è l’unica strada di chi vive veramente ed è l’unica strada che può farci giungere alla vera felicità, perché è l’unica strada che ci porta a Lui!



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