Carissimi amici,
condividiamo con voi la riflessione di fr Daniele Giombini
sul Vangelo di questa terza Domenica del Tempo di Quaresima.
Buona meditazione e buona Domenica!
sul Vangelo di questa terza Domenica del Tempo di Quaresima.
Buona meditazione e buona Domenica!
Il
brano del Vangelo di questa domenica sembra essere alquanto enigmatico.
Innanzitutto pare che siano due storie che non si colleghino fra loro: nella
prima si parla di due tragedie (il massacro fatto da Pilato e il crollo di una torre),
mentre nella seconda abbiamo un fico che non dà frutto e un vignaiolo che
invita a pazientare.
E’
possibile trovare un collegamento? Ci proviamo…
Il
brano inizia con il reportage di due fatti di cronaca: Pilato ha massacrato dei
pii galilei che stavano facendo dei sacrifici a Dio e a Siloe è crollata una
torre e povere persone senza colpa vi hanno perso la vita.
Il
Signore, utilizza questi avvenimenti, per operare un cambiamento nel nostro modo
di pensare moralistico, che spesso abbiamo: quante volte, infatti, di fronte ad
alcuni avvenimenti sentenziamo “gli sta bene! Se l’è cercata”… poi, invece,
leggiamo fatti inspiegabili, dove innocenti soffrono o, ancora peggio, dove noi
“perfetti” cristiani soffriamo e, allora,mormoriamo contro Dio “che cosa abbiamo
fatto di male? Che senso ha tutto questo?”
Ecco
il punto dove vuole arrivare Gesù: che immagine abbiamo di Dio? E’ il
burattinaio che decide il bene e il male di ognuno di noi? E’ colui che, non si
sa perché, si diverte a fare piangere una madre che perde il proprio figlio?
Allora,
la risposta che dà Gesù è illuminante: «Credete che… No, vi dico, ma se non vi
convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Ossia, non distraiamoci nel cercare un senso a ciò che accade
attorno a noi, perché spesso diventa un modo dilettevole piangere su questo
mondo che “gira male” e disimpegnarci, ma poi, basta poco per ritornare a
pensare ad altro, oppure giriamo la pagina di giornale passando a leggere l’ultima
“gustosa” notizia di gossip.
Non
si tratta di non interessarci di ciò che succede intorno a noi, anzi è il
contrario! Perché invece di chiedere, a chissà chi,“che senso ha tutto ciò”, domandiamoci,
invece, che SENSO stiamo dando alla nostra vita!
E’
qui, allora, che entra in gioco la parabola del fico…
Al Dio “burattinaio”, Gesù risponde con
un altro volto, quello di un Dio “vignaiolo” che ci dice “credo che tu possa
cambiare! Non credo che, nella tua vita, tu sia incapace di fare almeno un
frutto!... Io CREDO IN TE!!! Ecco allora che sono pronto a sporcarmi con lui le mani,
a metterle nel letame, sono pronto a prendere ancor tempo...
...«finché io gli zappi attorno e vi
metta il concime»”...
Ricompare
la stessa domanda della prima parte del Vangelo: che senso stiamo dando alla
nostra vita? Siamo pronti, come fa il Signore, a sporcarci le mani, siamo
pronti a fare sì che un po’ di Cielo si renda visibile in questo mondo,
attraverso di noi? Questo è possibile solo se, ogni mattina, diciamo a Lui:
“Sì, Signore, fa di me uno strumento della tua pace”…
Questo può essere
possibile se, ogni giorno, lottiamo duramente contro il vero cancro del mondo
che è l’indifferenza… perché che differenza c’è fra un povero bambino morto
sulle spiagge della Turchia e la disperazione di chi muore di freddo nelle
nostre stazioni del treno o rispetto allo stato di abbandono vissuto dall'anziano che abita in
fondo alla nostra via? Siamo proprio sicuri che qualcuno se l’è cercata e
qualcun altro no? L’indifferenza uccide l’altro, ma, ciò che è molto peggio,
uccide noi stessi, allora acquistano un senso diverso le parole di Gesù: ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo!
In fondo, più di una
morte senza senso, non è peggiore il rischio di vivere una vita senza Senso?
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