Carissimi Amici, condividiamo con voi il nostro commento al Vangelo di questa
terza Domenica di Pasqua. Buona lettura e buona Domenica!
A volte
le cose veramente importanti non le comprendiamo se ce le dicono soltanto una
volta o due. Abbiamo bisogno di sentirle tre volte.
Il
termine “manifestarsi” compare tre volte nel brano odierno del Vangelo: «In quel tempo Gesù si “manifestò”… e si “manifestò”
così … era la terza volta che Gesù si “manifestava”
ai discepoli».
La
ricorrenza di questo termine per tre volte getta su di esso una qualche
curiosità. Quale può essere la motivazione di questa triplice manifestazione di
Gesù ai discepoli?
Questo
andare a pescare di Pietro, e degli altri discepoli che lo seguono, non è un
semplice episodio isolato, quasi una giornata di relax. Probabilmente in un
momento di fatica e di scoraggiamento, Pietro, che rappresenta la Comunità delle origini, era
stato vinto dalla tentazione di ritornare alla sua attività, precedentemente abbandonata per seguire Gesù.
All’inizio
del brano si respira, in effetti, una qualche aria di delusione che spinge a
lasciare tutto e dedicarsi alla pesca. Quante volte, anche a noi, capita di
fare altrettanto? A causa di delusioni, cadute, fallimenti, sfiducia, ci assale
la tentazione di mollare tutto e ritornare sui vecchi sentieri già percorsi, più
comodi e tranquilli. Ma quando dietro ad una scelta si nasconde una fuga, un voltarsi
indietro dopo aver messo mano all’aratro, niente riesce bene! Infatti, i
discepoli fanno ritorno a reti vuote.
In
queste occasioni abbiamo bisogno di comprendere, per mezzo della Parola di Dio,
chi è veramente il Signore della nostra vita. È colui che, nonostante le nostre
incapacità, nonostante i nostri scoraggiamenti e sfiducia, nonostante il nostro
tradimento, rimane sempre fedele, sempre capace di riconfermarci nel suo amore.
Ecco le altre “per la terza volta”!
Sono le tre volte in cui Pietro rinnega
Gesù nel cortile del sommo sacerdote, e a cui qui si fa indirettamente
riferimento. Ma sono soprattutto le tre volte in cui, con la sua misericordia,
Gesù riconferma Pietro nella sua chiamata: «Gli
disse per la terza volta: «Simone,
figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi
bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore».
Questo
vale anche per noi! È come se Gesù ci riportasse sulla strada in cui siamo
realmente chiamati a camminare. Egli ci ricorda che “da giovani”, cioè guidati
dalla nostra volontà, abbiamo scelto di indossare vesti che, o ci venivano
strette, o ci scivolavano perché troppo grandi per noi. Ma, ora, la veste che
dobbiamo indossare ci viene cinta da un Altro, ed è una veste a forma di Croce,
una veste che deve condurci a fare della nostra vita un sacrificio vivente, santo
e gradito a Dio.
Solo
dopo essere stato per la “terza volta” confermato nell’Amore di Dio, Pietro può
riuscire a fare ciò che, durante l’ultima cena, Gesù gli aveva negato: «Dove io vado, non puoi seguirmi per ora, ma
mi seguirai più tardi». Adesso Gesù dice a Pietro, e dunque anche a noi:
«Seguimi!».
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