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domenica 10 aprile 2016

AMORE ELEVATO ALLA TERZA POTENZA!

Carissimi Amici, condividiamo con voi il nostro commento al Vangelo di questa 
terza Domenica di Pasqua. Buona lettura e buona Domenica!
A volte le cose veramente importanti non le comprendiamo se ce le dicono soltanto una volta o due. Abbiamo bisogno di sentirle tre volte.

Il termine “manifestarsi” compare tre volte nel brano odierno del Vangelo: «In quel tempo Gesù si “manifestò”… e si “manifestò” così … era la terza volta che Gesù si “manifestava” ai discepoli».

La ricorrenza di questo termine per tre volte getta su di esso una qualche curiosità. Quale può essere la motivazione di questa triplice manifestazione di Gesù ai discepoli?

Questo andare a pescare di Pietro, e degli altri discepoli che lo seguono, non è un semplice episodio isolato, quasi una giornata di relax. Probabilmente in un momento di fatica e di scoraggiamento, Pietro, che  rappresenta la Comunità delle origini, era stato vinto dalla tentazione di ritornare alla sua attività, precedentemente abbandonata per seguire Gesù.

All’inizio del brano si respira, in effetti, una qualche aria di delusione che spinge a lasciare tutto e dedicarsi alla pesca. Quante volte, anche a noi, capita di fare altrettanto? A causa di delusioni, cadute, fallimenti, sfiducia, ci assale la tentazione di mollare tutto e ritornare sui vecchi sentieri già percorsi, più comodi e tranquilli. Ma quando dietro ad una scelta si nasconde una fuga, un voltarsi indietro dopo aver messo mano all’aratro, niente riesce bene! Infatti, i discepoli fanno ritorno a reti vuote.

In queste occasioni abbiamo bisogno di comprendere, per mezzo della Parola di Dio, chi è veramente il Signore della nostra vita. È colui che, nonostante le nostre incapacità, nonostante i nostri scoraggiamenti e sfiducia, nonostante il nostro tradimento, rimane sempre fedele, sempre capace di riconfermarci nel suo amore. Ecco le altre “per la terza volta”! Sono le  tre volte in cui Pietro rinnega Gesù nel cortile del sommo sacerdote, e a cui qui si fa indirettamente riferimento. Ma sono soprattutto le tre volte in cui, con la sua misericordia, Gesù riconferma Pietro nella sua chiamata: «Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore».




Questo vale anche per noi! È come se Gesù ci riportasse sulla strada in cui siamo realmente chiamati a camminare. Egli ci ricorda che “da giovani”, cioè guidati dalla nostra volontà, abbiamo scelto di indossare vesti che, o ci venivano strette, o ci scivolavano perché troppo grandi per noi. Ma, ora, la veste che dobbiamo indossare ci viene cinta da un Altro, ed è una veste a forma di Croce, una veste che deve condurci a fare della nostra vita un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio.







Solo dopo essere stato per la “terza volta” confermato nell’Amore di Dio, Pietro può riuscire a fare ciò che, durante l’ultima cena, Gesù gli aveva negato: «Dove io vado, non puoi seguirmi per ora, ma mi seguirai più tardi». Adesso Gesù dice a Pietro, e dunque anche a noi: «Seguimi!».



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