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sabato 2 aprile 2016

L'OTTAVA BEATIDUDINE... CREDERE SENZA VEDERE!!!

Cari amici, pubblichiamo la meditazione di fra Andrea D'Alessandro
sul vangelo di questa Seconda Domenica di Pasqua
Buona Meditazione e Buona Domenica


Cari amici il Signore vi dia Pace!
Questa domenica voglio condividere con voi una riflessione sulle letture e sul Vangelo che la Liturgia odierna di questa seconda Domenica del Tempo di Pasqua ci propone.

Nel Vangelo di oggi, Gesù Risorto, apparendo agli Apostoli nel giorno ottavo della sua Pasqua proclama una nuova beatitudine, quella che paradossalmente nasce dalla fede:

“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”

La vita della prima comunità cristiana era dunque la “vita di fede” e per questo aumentavano il numero di coloro che credevano nel Signore. Lo stesso apostolo prediletto anche se deportato nell’isola di Patmos ha potuto contemplare l’affermazione della fede vittoriosa nel Cristo Risorto che gli disse:

“Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora sono vivo per sempre e ho il potere sopra la morte e gli inferi” (Ap1,17-18)

Nel Santo Vangelo riviviamo la gioia della fede delle prime due domeniche di Pasqua, la sua stessa Risurrezione. Gesù appare ai suoi discepoli “pieni di paura” e mostra loro “le mani e il costato” e il suo primo annuncio è quello della Pace, a questo segue il conferimento di una missione di pace, che ha come protagonista principale lo Spirito Santo e che è rivolta a distruggere quello che è l’ostacolo più grande alla gioia: il peccato.

Scrive a tal proposito Papa Paolo VI nella sua Esortazione Apostolica Gaudete in Domino:

“La pienezza della gioia sgorga dalla vittoria del Crocifisso, dal suo Cuore trafitto, dal suo Corpo glorificato, e rischiara le tenebre delle anime: Et nox illuminatio mea in deliciis meis. La gioia pasquale non è solamente quella di una trasfigurazione possibile: essa è quella della nuova Presenza del Cristo Risorto, che largisce ai suoi lo Spirito Santo, affinché esso rimanga con loro. In tal modo lo Spirito Paraclito è donato alla Chiesa come principio inesauribile della sua gioia di sposa del Cristo glorificato. Egli suscita in essa la vita divina e l'apostolato, E il cristiano sa che questo Spirito non sarà mai spento nel corso della storia. La sorgente di speranza manifestata nella Pentecoste non si esaurirà”.

Otto giorni dopo, nella seconda domenica di Pasqua: oggi! La gioia della fede torna ad essere la protagonista. Gesù si introduce con l’augurio “Pace!” e questa volta mostra le sue cinque piaghe come dei trofei di vittoria, perché come ci ricorda il profeta Isaia:

“Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is53,5)

Tommaso, uno dei discepoli che non era presente alla precedente apparizione del Risorto questa volta, lo troviamo anche lui insieme agli altri discepoli e in questa apparizione, non solo può contemplare il suo Maestro vivo e vero con i suoi occhi, ma formula anche la più alta espressione di fede che troviamo riportata nei Vangeli: “Mio Signore e mio Dio!”

Fratelli e sorelle,
con questa espressione, Tommaso ci rende tutti “beati”, noi che non eravamo presenti in quel momento ma che nonostante tutto crediamo in Lui, nel Maestro e Signore Gesù Risorto e vincitore della morte. Infatti cosi, conclude San Giovanni, prendendo spunto da questa situazione per concludere cosi il suo Vangelo: “Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome”.(Gv20,30-31)
Il Vangelo oggi ci invita a sentirci parte di Dio, apparteniamo a Lui con tutto il cuore, in ogni circostanza lieta o triste che sia dobbiamo avere il coraggio di saper dire a Gesù Crocifisso e Risorto: "Tu sei il mio Signore, tu sei il mio Dio a te appartengo, voglio ascoltarti, amarti e seguirti per tutta la mia vita".


Davanti a Gesù che si presenta a me con i segni della crocifissione devo lasciarmi afferrare e diventare anche io immagine trasparente del Suo amore. Giovanni Paolo II è stato un grande testimone del Cristo Risorto per il Suo impegno per la Chiesa, per il mondo, per ogni uomo.

Amici alla Divina Misericordia oggi ci affidiamo e ci consegniamo con amore di figli, Gesù misericordioso, nostro Signore e nostro Dio accoglici anche se ingrati tuoi figli nel tuo meraviglioso cuore.



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